Come avrete già letto nel titolo, oggi voglio parlare di qualcosa di cui tutti, almeno una volta nella vita abbiamo sofferto. Anzi, alzi la mano chi non si è sentito ansioso almeno una volta nella vita. Parlo di quella sensazione classica di malessere per cui hai dei pensieri ossessivi legati al futuro, quando non sai bene cosa accadrà (e in verità MAI e dico MAI potrai saperlo) e ti fai prendere dal cuore che batte, dal nodo allo stomaco, da una sorta di stordimento e così via. I sintomi dell’ansia possono essere diversi e ciascuno di noi sa bene in che modo può viverli. Io ad esempio, quando mi sento in ansia tendo a stringere molto i denti tra di loro procurandomi dei gran mal di testa e anche di mandibola!

Per fortuna però con il tempo ho imparato a gestirla e a lasciare andare. Ma vediamo quali sono le 3 tecniche che io personalmente utilizzo per gestire ed abbassare la soglia dell’ansia in un percorso che abbraccia più livelli: corpo, cuore e mente.

Per fare un lavoro decisamente più completo per prima cosa ti consiglio di farti qualche domanda. Innanzitutto chiediti cosa è l’ansia per me? Come la vivo nel corpo? Come riconosco che è ansia e non qualcos’altro? Forse ti chiederai perché ti faccio questo domande. Bene. È presto detto. Ogni qualvolta ci interfacciamo con qualcosa che vogliamo indagare è importante, anzi oserei dire fondamentale, farsi qualche domanda e mettere in discussione quello che ci sembra chiaro. È importante perché, spesso e nella stragrande maggioranza dei casi, abbiamo imparato ad etichettare e categorizzare qualcosa perché così ci è stato insegnato da mamma e da papà. Quando le informazioni ci sono arrivate noi non avevamo ancora né capacità di discernimento, né quella di capire se quell’insegnamento corrispondeva al vero o no, abbiamo finito per prenderlo come una verità mai più messa in discussione. Se qualcuno ci ha detto ad esempio la classica frase “mamma mia che ansia questa situazione”, noi da bravi bambini abbiamo iniziato a pensare che tutte le situazioni con quelle stesse caratteristiche fossero foriere di ansia, ma siamo sicuri che per noi fosse vera quella cosa, quella situazione, quella sensazione? Ok fatta questa premessa fatevi sempre domande. Le domande sono in grado di muovere le energie e la cosa più bella di tutto questo gioco è che non occorrono risposte. L’energia parla da sé.

Ma ritorniamo alle mie personali tecniche di gestione e dissolvimento dell’ansia.

Partiamo innanzitutto dal corpo. Quando mi accorgo di essere in ansia la prima cosa che faccio è cercare di prendermi uno spazio per me che non vuol dire prendo il primo volo per l’Himalaya e non torno più o penso di andare a meditare in India! Non occorre creare nulla di diverso da quello che stiamo già vivendo. È sufficiente chiudere gli occhi e prendersi un attimo per sé. Se quando si presenta l’ansia siete al lavoro e magari non potete chiudere gli occhi, ricordatevi che questa è una tecnica che va esercitata quindi potete farla in via preventiva ogni volta che volete, per cui ad esempio quando siete a casa tranquilli a letto o comunque in bagno (se avete figli sappiate che vi rincorreranno anche lì) o in garage nella vostra auto prima si salire in casa. Insomma siate fantasiosi! Chiudendo gli occhi cercate a questo punto solo di portare l’attenzione al vostro respiro. Noterete che quando siete in ansia il respiro ha delle caratteristiche differenti.  A questo punto osservata questa cosa, cercate di ampliare un pochino il respiro. So bene quanto sia difficile farlo quando si è in preda all’ansia ed è per questo che vi consiglio di iniziare a farlo in prevenzione, di modo che imparata molto bene la tecnica sia poi facile farla quando ne avrete davvero bisogno. Lasciatevi riposare in quel respiro.

Man mano che andate avanti noterete che più vi rilassate nel vostro respiro più le tensioni trattenute dal vostro corpo cominceranno a dissolversi. Questo succederà naturalmente perché le tensioni sono una naturale risposta del corpo che si sottrae alla forza di gravità (come per scappare dalla terra). Mentre quello che succede quando respiro è proprio che queste tensioni cominciano ad allentarsi e io comincio ad abbandonarmi a quella forza: mi rilasso in me.

A questo punto possiamo scendere nel secondo punto. Quando abbiamo respirato a sufficienza in modo da ottenere come risultato la sensazione di scioglimento delle tensioni, allora possiamo cominciare a sentire che c’è una maggiore sensazione di apertura. Quella maggiore sensazione di apertura e di spazio è possibile percepirla e portarla intenzionalmente soprattutto nella pancia e lasciarla piano piano scendere nelle gambe immaginando che l’aria che entra arrivi fino ai piedi e da qui si diramino le nostre radici. Possiamo vederle affondare direttamente nella terra e noi abbandonarci ancora di più con fiducia a questo rilassamento.

Se continuate a respirare posso garantirvi che queste sensazioni cominceranno a pervadere tutto il corpo e potrete volontariamente sentirle nel cuore. Respirando nel cuore non c’è ansia che possa resistere, sarà come vedere sciogliersi la neve al sole. Respirare nel cuore vuol dire respirare nel presente e attivarne le sue potenzialità guaritrici, mentre l’ansia è la cattiva abitudine di respirare (pensando che si possa fare) nel futuro! A questo punto non c’è altro da fare che pronunciare questa frase ad alta voce: non c’è nessun motivo per essere in ansia, tutto è perfetto così com’è ed io ho tutte le risorse per affrontare questa situazione. Respiro nel corpo, respiro nel cuore ed ho fiducia che tutto andrà per il meglio.

Certo…non esistono ricette perfette, ma esistono gli inizi… e allora tu che cosa aspetti ad iniziare?

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Oriana Russi newsletter
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