Secondo l’antica popolazione celtica, ogni cosa della vita era inserita all’interno di un ciclo, il quale aveva il proprio ritmo e la propria energia. Tra questi vari cicli, i celti prestavano particolare attenzione a quelli scanditi dal susseguirsi delle stagioni e dei cambiamenti energetici che queste portavano.

Erano soliti usare il calendario della ruota dell’anno, con cui identificavano i cicli stagionali e celebravano ciascuno di questi momenti con rituali che prevedevano la partecipazione del regno vegetale e di quello animale. Ma non solo.

Nei cosiddetti giorni di potere (così si chiamano le giornate delle celebrazioni previste dalla ruota dell’anno), gli antichi sapevano che erano presenti delle energie particolari che riconosciute, onorate e convogliate nelle proprie richieste creavano i giusti presupposti per propiziare i cambiamenti nella loro vita, in modo che fosse quanto più possibile in armonia con la Natura e con tutto il creato e in sintonia con quelle stesse energie.

Queste energie dividono le celebrazioni della ruota dell’anno in due grandi cicli: uno legato al viaggio mistico che il dio sole compie nel cielo, conosciuto ai nostri giorni come il passaggio dagli equinozi ai solstizi e uno legato al ciclo stagionale, che ci rammenta l’esistenza dei culti agrari e pastorali come momenti che onorano la semina, la fioritura e il raccolto.

Attraverso questi particolari rituali, le antiche popolazioni venivano in contatto con le forze cosmiche, con gli spiriti aiutanti e con quelli della natura, rievocavano e rendevano grazie ai loro antenati includendoli nella loro vita e nelle loro pratiche quotidiane.”

Ogni cosa veniva inclusa ed integrata, nessuno veniva dimenticato, perché gli antichi sapevano molto bene che Tutto è uno e non si può essere integri e vivere bene escludendo qualcuno o mancando di onorare le energie della Natura.

Ogni cosa è sacra. Ogni cosa vive. Ogni cosa ha una coscienza. Ogni cosa ha uno spirito.

(Saupaquant Wampanoag)

PERCHÈ È IMPORTANTE CELEBRARE LA RUOTA DELL’ANNO

Riprendere e praticare queste antiche conoscenze, ci permette di migliorare la qualità della nostra vita, ricordandoci proprio come fa la ruota dell’anno, che la vita è un ciclo, un ciclo di nascita-morte-rinascita e che quelle fasi continuano a ripetersi e a ritornare incessantemente nella nostra vita, dandoci un’immensa opportunità di avere alcuni punti fermi nonostante il cambiamento.

Lo so che questo può sembrarti apparentemente un paradosso e so anche che in questo preciso momento, stai pensando che il cambiamento di per sé non può avere punti fermi e certezze (altrimenti non sarebbe un cambiamento!), ma studiando e applicando la ruota dell’anno, posso dirti che sapere che quella particolare energia tornerà ancora una volta è rassicurante (soprattutto quando impari ad usarla)!

La ruota dell’anno si suddivide in 8 periodi che durano all’incirca 45 giorni (la variazione nella durata dipende da quando si verificano astronomicamente gli equinozi e i solstizi, che pertanto, a differenza di altri giorni di potere non hanno una data fissa ). L’ultimo giorno del ciclo ovvero quello in cui cade la celebrazione e che segna il cambiamento della fase si chiama sabba.

Voglio fare subito una precisazione, se pensi che i sabba ri riferiscano a riti demoniaci e altre cose innominabili, ti fermo subito perchè sei fuori strada!

Per gli antichi e, in particolar modo per le culture sciamaniche, non esisteva il concetto di benefico o malefico, di giusto o sbagliato, ma le energie che si presentavano sotto qualunque forma agli sciamani, agli uomini e donne medicina, ai curanderos, non erano altro che energie “fuori posto” che chiedevano di essere ascoltate, che portavano un messaggio che richiedeva attenzione o una guarigione (intesa come il ripristino dell’ordine naturale delle cose).

Non esiste infatti come concetto assoluto di per sé, quello del bene e del male. Ampliando la tua visione capirai che quello che la tua mente giudica come giusto o sbagliato è solo qualcosa che non accetti da qualche parte dentro di te e da cui cerchi, in qualche modo (per proteggerti) di allontanare.

“L’energia è energia, senza se e senza ma.”

Ma ritorniamo alla celebrazione dei sabba. La celebrazione di queste festività permette di entrare in connessione profonda con l’energia di quel particolare momento dell’anno e di fare in modo che ci sia armonia tra questa e la propria energia personale, in modo da portare la forza dell’universo nella vita di tutti i giorni. Gli antichi sapevano che la celebrazione, il rendere grazie ed onorare le forze della Natura gli permetteva di conquistare il favore e la benevolenza delle energie più potenti e di ricevere, ad esempio, le benedizioni per un raccolto fruttuoso (presupposto per la loro sopravvivenza), per onorare un unione o favorire un nuovo insediamento.

Oggi è difficile pensare di “usare” i sabba per questi motivi, ma possono sicuramente essere celebrati in una chiave più moderna, più al passo con i tempi.

Anche se viviamo un’era completamente diversa, le energie dei giorni di potere sono rimaste immutate e se di certo non si può parlare di “raccolto” inteso nell’antico senso, il raccolto può essere sicuramente visto come la nostra capacità di onorare quello che siamo riuscite ad ottenere durante un intero anno di lavoro, di festeggiarci per i risultari ottenuti e manifestare una sincera gratitudine per l’appoggio ricevuto dalle forze superiori richiamate durante la celebrazione dei sabba.

Normalmente ci sono 4 sabba principali e 4 considerati minori. Si parte da Samhain e per ultima si festeggia Mabon – equinozio di autunno.

Ciascuna di queste festività onora e celebra un tema in particolare:

Samhain

(31 ottobre/1 novembre) rappresenta la “fine dell’anno”. E’ il momento dell’ultimo raccolto e dell’arrivo dell’inverno. In questo magico giorno, il confine tra i mondi si assotiglia, cade il velo di Maya e “tutto diventa possibile”. Il tema che si può affrontare in armonia con le energie di questo sabba, è quello del lasciare andare, dello spogliarci da tutte le cose inutili per rimanere completamente nude e lasciare che le energie dei giorni a venire possano permetterci una pulizia profonda, un sonno ristoratore, il tipico silenzio della terra quando è gravida di quello che accadrà.

Yule

Rappresenta il solstizio d’inverno (tra il 21 e il 24 dicembre) quando il Sole raggiunge il suo punto più lontano e sembra che l’oscurità abbia avuto il sopravvento sulla luce. In quel giorno, quello che anticamente era considerato il Sole Bambino rinasce e l’energia ci invoglia ad affrontare il tema della trasformazione. Quando la terra è ancora avvolta dal candore e della magia della neve, il seme nel suo grembo lentamente è pronto a germogliare.

Imbolc

o anche Imbolg, Brigid o Bride (1 o 2 febbraio), è la festa di Brigid, Dea del Fuoco e dell’Ispirazione. Questo è il tempo di purificazione, di pulizia interiore ed energetica profonda, affinchè ci possiamo preparare alla rigenerazione e alla rinascita che avverrà a breve.

Ostara

o anche Eostre o Eostar, il giorno della Dea, (equinozio di primavera, solitamente tra il 20 e il 23 marzo), in questo giorno luce e il buio sono in equilibrio, la Natura si risveglia e piano piano la Vita torna sulla terra, si affronta il tema della rinascita, tutto intorno è nuovo e carico delle potenzialità di quello che potrà essere e che ancora non c’è.

Beltane

o Beltaine (30 aprile o 1 maggio), il principio maschile e quello femminile nella loro massima esplosione si incontrano, si fondono e tutto intorno parla di questo amore di cui la terra si riempie. L’estate è oramai prossima e il tema di questa festività è quello della fertilità.

Litha

o mezza estate, (solstizio d’estate tra il 21 e il 24 giugno), quando il sole raggiunge il punto più vicino alla Terra e raggiunge la sua massima energia, è infatti il giorno più lungo dell’anno, in cui si celebra il tema della realizzazione di quello che sarà, di quello che si potrà raccogliere nella propria vita se si è seminato bene nei precedenti giorni dell’anno.

Lughnasadh o Lammas

scritto anche Lunasa o Lughnasa (31 luglio/1-2 agosto), è la festa dedicata alla prima fase dei raccolti ed è il tempo di celebrare e onorare tutta l’abbondanza e la prosperità giunta fino a noi. È un tempo che inizia a richiederci una riflessione, a breve la terra e la Natura torneranno nel loro silenzio e nel loro sonno e la luce raccolta dentro di noi, ci servirà ad illuminare la nostra interiorità quando fuori sarà buio, ricordandoci che un nuovo ciclo di luce, raccolto, prosperità ed abbondanza tornerà.

Mabon

(equinozio d’autunno, il 20/23 settembre). È il primo giorno dell’autunno e si celebra la seconda fase del raccolto. E’ il momento opportuno per fare una riflessione interiore sul quello che è stato raccolto, sulle nostre azioni dell’anno, e per seminare i nuovi propositi per l’anno che sta per ricominciare e che ci attende. È tempo di ringraziare tutto quello che si è ricevuto fino a questo momento, per propiziare quello che arriverà nel futuro. Il tema che si affronta è quello dell’equilibrio; in questo momento possiamo fermarci, rilassarci e apprezzare i frutti dei nostri personali raccolti e mentre facciamo questo, mettere uno stop al vecchio, a quello che oramai non ci appartiene più e lasciare che il vento stacchi dai rami della nostra vita, le foglie vecchie, le foglie di una vita oramai andata.

Con Mabon il ciclo è giunto al suo termine e può ricominciare di nuovo un’altra volta!

Conoscere, onorare e celebrare la ruota dell’anno è in grado di portarti molta energia nuova e buona ed il mio consiglio è di imparare ad integrare queste pratiche nella tua vita di tutti i giorni, affinchè portino maggiore armonia e un senso di colmpletezza e di fusione con il Tutto.

«È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare il miracolo della cosa unica.

(Ermete Trismegisto)

Se vuoi sapere cos’è un rituale leggi qui.

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